Le installazioni utilizzano come materia prima un oggetto salva-vita: le coperte isotermiche normalmente usate per il primo soccorso in caso di incidenti e calamità naturali ed entrate nell’immaginario collettivo come “veste dei migranti” soccorsi in mare.
“Le porte d’oro sono diventate un segno dei tempi ed è giusto che l’oro splenda sulle porte dell’accoglienza. L’oro non è quello dei carati, l’oro della chiesa è il messaggio del Vangelo: l’amore per il prossimo. Obbiettivo finale è che questo progetto arrivi alle porte di San Pietro a Roma” Giovanni de Gara.
“Il concetti di fratellanza e accoglienza, che hanno la loro radice in Dio, a Napoli vedono tutte le chiese unite. In Italia, la chiesa è una delle poche realtà che agisce in silenzio e fa senza litigare” Don Antonio Loffredo.
“Abbiamo aderito senza tentennamenti perché le porte rappresentano, quando sono aperte, le braccia che accolgono fratelli e sorelle che scappano dalla fame e dalla disperazione. Vogliamo che la società sia tutta così, perché è così che dovrebbe essere” Leonardo Magrì.
“Abbiamo subito accolto l’iniziativa, è bello che tutte le religioni aderiscano al progetto. A Napoli oltre le chiese anche i porti sono aperti. Da noi non si alzano muri, si è accoglienti a prescindere. Il materiale usato per le installazioni richiama una riflessione su qual è l’oro della vita: l’oro è umanità, dignità, restare umani” Luigi De Magistris.
Aderiscono al progetto:
Chiesa Valdese
- Via dei Cimbri, n.8
- Via Andrea Vaccaro n.20
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Chiesa Metodista
- Corso Garibaldi n-235 Portici
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Chiesa Luterana
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Chiesa Cattolica
- Cattedrale
- Basilica S. Maria della Sanità
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Chiesa Greco Ortodossa
- Via San Tommaso d’Aquino n.51
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Inoltre sul Maschio Angioino sarà issata una bandiera dorata, ben visibile anche dal mare.